Giancarlo e Katia Sposi

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martedì 19 luglio 2016

Omaggio a un "REGE"

Un tuffo nel passato con questo post: era l'anno 1978 quando ho fatto la mia prima mostra di pittura,  fresco ancora di Liceo Artistico diplomato nel '74 a Roma e rientrato a Palermo, mi sono dilettato a preparare una ventina di quadri con una tecnica mista di linee, colori, genere optical decoratico, che già al liceo avevo approfondito con il mio professore di ornato Remo Gerevini, e chi meglio di lui poteva commentare e presentare questa mostra? Parto allora per Roma per andare al Liceo Artistico, che dopo quello famoso di Via Ripetta, nulla aveva da invidiare a quest'ultimo e chiedo al bidello festoso nel rivedermi dove era il professore. Per tutta risposta mi dice: no il professore non è più qui... è stato trasferito... non so dove... forse in Sicilia... aspetta vediamo se sanno qualcosa in segreteria ecc. ecc. Conclusione il professore era diventato il Preside del Liceo Artistico di Palermo in periferia. Raccolte le mie cartelle ritorno a Palermo alla ricerca del mio maestro di vita oltre che professore di ornato e non vi dico la festa nell'incontrarci, ricordando i tempi del liceo non ancora tanto lontani, e cosi si preparò la mostra con una sua presentazione e un giudizio di sua moglie Bianca Boemi critico d'arte.


 
Tempio dell'Amore


L'Uomo e il Capitale


Spazio Uomo Tempo



Spazio Area dell'Universo



Ritratto di una Folk



Struttura Universo



Ricordo dell'Ignoto



Ricordo



Declino dell'Essere

 Dopo quella esperienza sono succecce tante cose nella mia vita che ci vorrebbe un intero spazio sul blog; con il professore dopo qualche anno ci siamo ripersi per poi ritrovarci se pur telefonicamente pochi anni fa in un'altra città, anche con una decina di compagni di scuola che non sentivo da una quarantina d'anni, ma è sempre vivo il ricordo di quella esperienza che mi ha aiutato molto anche in campo fotografico e nella composizione artistica. Le foto sono tratte da un catalogo dell'epoca insieme alla locandina di invito che conservo gelosamente. Cliccare sulle immagini per ingrandirle.

Il Prof. Remo Gerevini con una sua opera negli anni '90

venerdì 15 luglio 2016

Settanta.....e non li dimostra

Il poeta con moglie e nipote
Oggi il "malcesinese" Pino poeta e narratore, nonché mio cognato, compie settanta anni. Un traguardo raggiunto in gran forma; prima si diceva che una telefonata allungava la vita, oggi secondo me è la poesia che allunga la vita, ed a dimostrazione di ciò da pochi giorni al poeta è stato conferito dall'Accademia Internazionale ARTE E CULTURA di Cava dei Tirreni "Il Premio alla Carriera". Complimenti Pino e auguri di vero cuore per il premio ma soprattutto per le settanta primavere portate benissimo con l'aiuto di Nostro Signore e l'amore della tua famiglia.
Tuo cognato Angelo.

giovedì 14 luglio 2016

Mostra Fotogrfica di Paolo Carollo

Continuano le mostre personali nello spazio eventi della Mondadori Megastore di via Ruggero Settimo a Palermo prima della pausa estiva. Ad esporre questa volta è Paolo Carollo con una mostra dal titolo "Foto sul Mandorlo in fiore". La Sagra del Mandorlo in fiore è una festa popolare della città di Agrigento, comparve per la prima volta nel 1934 nella città di Naro, un piccolo centro vicino ad Agrigento, e ininterrotamente ad eccezione della seconda guerra mondiale, viene ogni anno rappresentata ad Agrigento, festeggiando all'inizio di febbraio l'anticipo della primavera con la fioritura del Mandorlo. Dal 1954 la festa si arricchisce di un festival folkloristico di gruppi locali e dal 1966 anche di gruppi provenienti oltre che dall'Europa, anche da tutte le parti del mondo dando un impronta internazionale all'evento. Uno spettacolo unico nel suo genere con sullo sfondo la valle dei Templi famosa in tutto il mondo.

La locandina della mostra
Le foto di Paolo Carollo hanno evidenziato i gruppi provenienti da tutto il mondo, con i loro costumi tradizionali e il loro folklore, cogliendo vari momenti dell'esecuzione del gruppo con rapidità e precisione di un fotoamatore come lui, che segue questa manifestazione ormai da svariati anni. La mostra si è inaugurata con una breve introduzione di Ciccio Brucoli che ci ha illustrato la storia della Sagra del Mandorlo in Fiore e la moglie Margherita Lanza che ha recitato alcune poesie. Entrambi fanno parte dell'Università Europea del tempo libero.

Margherita Lanza, Ciccio Brucoli, Paolo Carollo e il fratello








La mostra resterà aperta tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 20:00 fino al 22 luglio, complimenti a Paolo per questa mostra fotografica di interesse internazionale.



Cliccando sul link seguente si può vedere un album di foto della manifestazione


venerdì 1 luglio 2016

I fotografi si spostano a stormi di Andrea di Napoli

In riferimento alla passeggiata per Palermo alla ricerca dei murales, si riporta un articolo di Andrea di Napoli pubblicato sul giornale "L'inchiesta Sicilia" http://www.inchiestasicilia.com
del 22 giugno 2016 http://www.inchiestasicilia.com/2016/06/22/i-fotografi-si-spostano-a-stormi/

Come un noto divulgatore scientifico descriverebbe le abitudini degli appassionati di Fotografia
di  Andrea di Napoli.
 E’ raro scorgere un individuo solitario adoperare la propria attrezzatura fotografica all’interno dei quartieri cittadini affollati da potenziali soggetti che possono anche reagire infastiditi in modo minaccioso o aggressivo. Per la loro stessa sicurezza personale, l’istinto di conservazione porta i fotoamatori a muoversi in piccoli branchi. Spesso sono due o tre, molto affiatati per avere già affrontato insieme tante esperienze comuni e legati tra loro da vecchia amicizia, ma non è raro incontrare gruppetti più numerosi. Il profondo interesse per la medesima attività artistica favorisce la loro aggregazione stabile o solo occasionale. L’istinto li induce ad incontrarsi al mattino, una volta si riconoscevano dal forte odore proveniente dalle pellicole che si portavano appresso, comunque rimane inconfondibile “il mantello”, ovvero l’abbigliamento. Sono riconoscibili per via del berrettino e delle micidiali fotocamere a tracolla. Gli esemplari dominanti si distinguono per i caratteristici gilet tattici muniti di numerose tasche. All’interno di un gruppo circolano abitualmente anche dispositivi utili a svolgere una pratica funzione di sostegno detti treppiedi, molto differenti dai cavalletti usati da  un’altra famiglia di artisti, i pittori, ma pressappoco con la stessa funzione.
I fotoamatori hanno un carattere socievole nei confronti dei neofiti, che vengono accolti amichevolmente, e sono garbati verso i soggetti coi quali familiarizzano rapidamente tanto da restare in contatto anche una volta ultimata la “battuta di caccia” e da rincontrarsi nuovamente la volta successiva. Tuttavia, in alcune occasioni, per “rubare l’anima” ai soggetti scelti, si avvalgono del fattore sorpresa o ricorrono ad obiettivi dalla lunghezza focale maggiore, per scattare di nascosto e rapidamente da lontano.
Per comunicare tra di loro i fotografi utilizzano un codice alfanumerico attraverso il quale pare si scambino misteriose coordinate strategiche. Ad esempio, il significato dell’espressione ‹‹1/1000sec.; f.5,6; ISO 400 ›› per i non addetti ai lavori è ancora oscuro. Ma, in fin dei conti, sono tutti inoffensivi e giocherelloni, sappiate che è sufficiente metterli seduti attorno ad un tavolo e dar loro da mangiare per ammansire anche i fotografi più selvatici.
Talvolta al suo passaggio lo stormo di fotoamatori viene osservato con insistenza e scambiato per una comitiva di turisti. Se si tratta di una tappa di breve durata gli interessati possono lasciarlo credere, se, viceversa, la sosta si prolunga, i fotografi, opportunamente, chiariscono l’equivoco sulla  provenienza, rendendo comprensibile che trovarsi ad attraversare quel rione della città per loro è assolutamente normale.
Fino a circa 10-15 anni addietro gli appassionati di Fotografia avevano nelle proprie “tane” un locale completamente buio  all’interno del quale si rifugiavano per rendere visibili le immagini latenti catturate all’esterno. Oggi, al contrario, “metabolizzano” i soggetti davanti ad uno schermo fluorescente. Senza dubbio in questo modo si è manifestata anche in loro l’evoluzione della specie.
Alcuni esemplari di fotoamatori posti in cattività, sono stati privati della fotocamera e, dopo una  breve “astinenza”, hanno perfezionato abilità e competenze tali da potere lavorare e condurre una vita di relazione proprio come dei veri esseri umani. L’incoraggiante risultato induce tanti all’ottimismo fino a ritenere possibile accogliere un fotografo in casa perché non sporca ed è di compagnia. Ma altri non sono del tutto convinti che il fotoamatore sia completamente addomesticato, ritengono che la sua natura improvvisamente possa riemergere spingendolo a fuggire di casa per raggiungere i suoi simili randagi con lo scopo di scattare ancora fotografie nelle periferie, nei mercati e, specialmente al tramonto, anche sulle spiagge in riva al mare.

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