domenica 31 dicembre 2017
giovedì 28 dicembre 2017
Il Parco Uditore
Nei primi mesi del 2010, un gruppo di cittadini lancia in rete un appello chiedendo di destinare un'area inutilizzata di fondo Uditore, a parco urbano, trasformando questo spazio verde a giardino pubblico. Con le iniziative promosse da alcuni studiosi di paesaggio e le iniziative per la trasformazioni urbane dell'Università di Palermo che da anni si occupano in tal senso, ben presto si sono raccolte 8000 firme, potendo presentare al Comune di Palermo il progetto di variante al P.R.G. Nel luglio 2011 la variante viene approvata, e la Regione Siciliana, proprietaria del terreno stanzia i fondi per iniziare la bonifica per rendere fruibile l'area alla popolazione, sottraendo lo spazio alla speculazione edilizia. Infatti il giovane parco di circa 9 ettari è un enorme polmone verde di "Conca d'Oro" circondato da palazzi che lo sovrastano. Con il solo aiuto dei volontari e di piccole imprese locali, che forniscono attrezzature e piante per poter realizzare gli impianti, il 15 ottobre del 2012 il Parco Uditore diventa una realtà, aprendo i cancelli al pubblico. Il gruppo di cittadini, tuttavia si costituisce in comitato civico, perché nessun fondo di spesa è stato mai stanziato per la gestione, manutenzione e promozione dell'area. Nel 2014 la Cooperativa Parco Uditore nasce giuridicamente per favorire "i processi di cambiamento e di transizione per migliorare la qualità della vita nelle città" per prendersi cura del bene pubblico per provvedere alle spese di gestione, per far fruire il parco ai cittadini. La cooperativa formata da ragazzi, studenti, professionisti che collaborano tra loro pianificando turni di lavoro, per apertura e chiusura del parco provvedendo alla pulizia alla sorveglianza e alle iniziative sportive ludico-ricreative, a due passi dalla città. Un modello di gestione della cosa comune autofinanziato nella sua natura per il bene comune riscuotendo un enorme successo. http://www.parcouditore.org/
mercoledì 27 dicembre 2017
domenica 24 dicembre 2017
venerdì 22 dicembre 2017
mercoledì 13 dicembre 2017
IL MIRACOLO DI SANTA LUCIA
LU MIRACULU
RI SANTA LUCIA
Mi rissi me
nanna, quann'era nica:
"Ora ti
cuntu 'na storia antica".
'Ncapu li
ammi mi fici assittarri
e araciu
araciu si misi a cuntari:
"Ci fu
'na vota, a Siracusa
'na caristìa
troppu dannusa.
Pani 'un
cinn'era e tanti famigghi
'unn'arriniscìanu
a sfamari li figghi.
Ma puru
'mmenzu a la disperazioni
nun ci
mancava mai la devozioni
e
addumannavanu a Santa Lucia
chi li
sarvassi di la caristìa.
Un beddu
jornu arrivà di luntanu
rintra lu
portu siracusanu
'na navi
carrica di furmentu
a liberalli
ri 'ddu tormentu.
Pi li
cristiani la gioia fu tanta
chi tutti
griravanu "viva la Santa!"
Picchì fu
grazii a la so 'ntercessioni
ch'avìa
arrivatu 'dda binirizioni.
Tutti
accurrìanu a la marina,
ma era
furmentu, 'unn'era farina
e cu un
pitittu ch'un facìa abbintari
'un c'era
tempu di iri a macinari.
Pi mettisi
subitu 'n'sarvamentu
avìanu a
cociri lu stessu furmentu
e pi la
forma "a coccia" ch'avìa
accuminciaru
a chiamalla "cuccìa".
La bona nova
arrivà luntana
e pi sta
màrtiri siracusana
fu accussì
granni la venerazioni
chi fici
nasciri 'na tradizioni.
Passà lu
tempu di la caristìa
e arristà
l'usanza, pi Santa Lucia,
di 'un fari
pani, di 'un cociri pasta,
e di
manciari la cuccìa e basta.
Ma lu
sapemu, ci voli picca
e l'usanza
di scarsa addiventa ricca.
A ognunu ci
vinni la bedda pinzata
di
priparalla chiù elaborata.
Cu ci mittìa
lu biancumanciari
e cu vinu
cottu ci vosi 'mmiscari.
Cu ci vulìa
lu meli ri ficu
e tanti atri
cosi chi mancu ti ricu.
Ma je
vulissi sapiri, a la fini,
di runni
spuntaru li beddi arancini?
E
m'addumànnu di quali manu
nasceru
panelli e risattianu".
E amentri
chi me nanna si sfirniciàva,
a mia lu
stommacu mi murmuriava
e mi ricordu
chi ci avissi rittu:
"nonnò,
zittemuni ch'haiu pitittu!"
sabato 9 dicembre 2017
venerdì 8 dicembre 2017
Festa dell'Immacolata Concezione
PREGHIERA A "MARIA" di Giovanni Paolo II
Madre della Chiesa, e Madre nostra Maria,
raccogliamo nelle nostre mani
quanto un popolo è capace di offrirti;
l'innocenza dei bambini,
la generosità e l'entusiasmo dei giovani,
la sofferenza dei malati,
gli affetti più veri coltivati nelle famiglie,
la fatica dei lavoratori,
le angustie dei disoccupati,
la solitudine degli anziani,
l'angoscia di chi ricerca il senso vero dell'esistenza,
il pentimento sincero di chi si è smarrito nel peccato,
i propositi e le speranze
di chi scopre l'amore del Padre,
la fedeltà e la dedizione
di chi spende le proprie energie nell'apostolato
e nelle opere di misericordia.
E Tu, o Vergine Santa, fà di noi
altrettanti coraggiosi testimoni di Cristo.
Vogliamo che la nostra carità sia autentica,
così da ricondurre alla fede gli increduli,
conquistare i dubbiosi, raggiungere tutti.
Concedi, o Maria, alla comunità civile
di progredire nella solidarietà,
di operare con vivo senso della giustizia,
di crescere sempre nella fraternità.
Aiuta tutti noi ad elevare gli orizzonti della speranza
fino alle realtà eterne del Cielo.
Vergine Santissima, noi ci affidiamo a Te
e Ti invochiamo, perché ottenga alla Chiesa
di testimoniare in ogni sua scelta il Vangelo,
per far risplendere davanti al mondo
il volto del tuo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo.
Giovanni Paolo II
Arcidiocesi di Palermo Parrocchia di Santa Caterina da Siena.
Auguri di buona Festa dell'Immacolata a tutti.
martedì 5 dicembre 2017
lunedì 4 dicembre 2017
venerdì 1 dicembre 2017
Reportage Sicilia Calascibetta (Enna)
Calascibetta è un comune di circa 4.500 abitanti in provincia di Enna, a quasi 880 m sul livello del mare, principalmente agricolo. Il nome deriva dall'arabo "Qalat-sciabat" che significa castello sulla vetta. I primi insediamenti risalgono al periodo preistorico, mentre per la nascita del centro storico, si deve agli arabi e normanni. La Necropoli di Realmese presenta oltre 300 tombe a grotticella che risalgono al periodo compreso tra il IX e VIII secolo a.c. con copertura a volte convesse e tipica delle tombe a forno. Altro importante insediamento è il vallone Canalotto con presenza di comunità cristiane durante il periodo bizantino. La città nasce nel 1602 con il Conte Ruggero d'Altavilla che edificò il castello e fortificò la cinta muraria, successivamente fu dimora di Pietro II d'Aragona, Re di Sicilia. Negli anni e nei secoli sono stati costruiti diversi palazzi nobiliare e chiese, come la chiesa di S. Antonio Abate nel 1400, la chiesa di Maria SS. del Carmelo del 1770, ad una navata unica dove sull'altare maggiore vi è un gruppo raffigurante l'Annunciazione del Gacini, ma quella più importante si trova nella parte più elevata della città e fu eretta da Pietro II d'Aragona nel 1340, la chiesa Madre di S. Pietro e S.Maria Maggiore dove è custodito un ricco patrimonio artistico ed architettonico.Nella parte bassa del paese si trova invece il Convento dei Cappuccini dell'Ordine dei Frati Minori Francescani costruito nel 1589 con opere lignee del 1600.
Seguendo il link si può visionare un album fotografico del reportage su Calascibetta.
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