Ingresso del Vittoriale "Io ho quel che ho donato" |
Mentre mi trovavo sul lago di Garda, una mattina presto di Aprile confortato dalla bella giornata di
sole, nonostante Monte Baldo fosse ancora innevato, sono partito con la mia
attrezzatura fotografica alla volta di Gardone Riviera per visitare “ Il
Vittoriale degli Italiani” donato allo Stato Italiano (… già vano celebratore di palagi insigni e di ville suntuose io son
venuto a chiudere la mia sobria ebrietà e il musicale mio silenzio in questa
vecchia casa colonica, non tanto per umiliarmi quanto per porre a più difficile
prova la mia virtù di creare e trasfigurare. Tutto infatti è qui da me creato e
trasfigurato. Tutto qui mostra le impronte del mio stile nel senso che io
voglio dare al mio stile. Il mio amore d’Italia, il mio culto delle memorie, la
mia aspirazione all’eroismo, il mio presentimento della patria futura si è
manifestato qui in ogni ricerca di linee, in ogni accordo o disaccordo di
colori…) il 7 settembre 1930 da Gabriele d’Annunzio. Un capolavoro creato
dal Comandante, già famoso alla fine dell’ottocento per la sua poesia i suoi
romanzi e le sue imprese, ritirandosi da Fiume e dopo un breve soggiorno a
Venezia cercava un posto dove potersi ritirare ( sono avido di silenzio dopo
tanto rumore, di pace dopo tanta guerra) e il suo segretario Tom Antongini trovò quello che stava cercando.
Una villa a Cargnasco a Gardone Riviera di proprietà dello storico d’arte
tedesco Henry Thode, con una biblioteca di circa seimila libri, immersa nel
verde, che subito fece innamorare D’Annunzio. Egli affidò i lavori all’architetto Gian
Carlo Maroni chiedendo di eseguire i lavori come voleva lui, ogni singola
colonna o arredo doveva essere collocato su preciso disegno e luogo scelto da D’Annunzio,
e questo fu l’ultimo dei suoi capolavori, un cantiere in continuo svolgimento, tanto
che alcune opere vennero completate dopo la morte di entrambi. Tra il 1922 e il 1935 D'Annunzio non volendo nessuno vicino alla sua villa acquista altri terreni, la Villa Marabella, l'Hotel Washington in disuso e la Torre-Darsena sul lago. Il Vittoriale si estende per circa nove ettari sulle colline di Gardone in una posizione panoramica sul lago di Garda ed è un complesso di edifici, vie, piazze, un anfiteatro che D'Annunzio chiamava "Parlaggio", giardini e corsi d'acqua e un mausoleo dove è sepolto il poeta.
La tomba di D'Annunzio |
Costruito tra il 1921 e il 1938, anno in cui morì nel suo studio, il cantiere chiamato "Santa Fabrica" diventò sempre più grande, e oltre all'architetto Maroni, altri artisti dell'epoca furono chiamati, chi per le lo competenze, a completare quanto il Comandante aveva in mente e grazie alla loro opera soprattutto nella casa di D'Annunzio da lui chiamata "la casa del priore" creò una casa museo del suo "vivere inimitabile", stanze piene di oggetti circa 10.000 e 33.000 libri, frasi enigmatiche e motti che si trovano scritti su tutte le parti degli arredi, stanze costruite in penombra piene di pesanti tendaggi, perché D'Annunzio dopo un incidente con suo aereo perse la vista dell'occhio destro, vetrate colorate, pianoforti sparsi ovunque in onore alla sua amica "Luisa Bàccara" ultima amante. Nella casa si respira una atmosfera di sacralità sia per la varie opere d'arte in copia che D'annunzio aveva voluto, sia per la simbologia che le stesse rappresentano e il luogo misterioso e suggestivo che il poeta realizzò con dovuta minuzia di particolari, vedi "la stanza del lebbroso" dove spesso si ritirava in meditazione per gli anniversari fatidici della sua vita, o "l'officina" lo studio dell'operaio della parola, come era solito definirsi, particolare l'ingresso con un architrave molto basso che precede tre scalini cosi da fare inchinare chiunque entrasse in segno di rispetto per il poeta, o "la sala delle reliquie" dove raccoglie immagini delle diverse fedi e la scritta a lettere d'oro che corre lungo tutte le pareti "tutti gli idoli adombrano il Dio vivo/ tutte le fedi attestan l'uomo eterno" e tante altre piccole ma grandi cose realizzate dal "Vate" o "Comandante" come era solito chiamarsi. Non potrò farvi vedere nessuna foto degli interni in quanto era proibito riprendere o filmare con qualsiasi mezzo l'interno della casa, ma solo l'esterno (foto che potrete visionare su "internet").
La Priora |
La fabbrica del Vittoriale divenuto un cantiere perpetuo fu visitato da artisti e personaggi famosi che volevano visitare e vedere l'ultima sua opera, da Arturo Toscanini a Tazio Nuvolari a Francesco De Pinedo, a Guglielmo Marconi, Italo Balbo, Arnoldo Mondadori, per non dimenticare il Duce Benito Mussolini, che finanzia il Vittoriale per tenere occupato colui che potrebbe opporsi al suo regime, tanto che lo stesso duce fu costretto ad attendere ore e ore prima di essere ricevuto da Gabriele D'Annunzio. Nell'immenso parco si possono ammirare i giardini curati in tutto, la limonaia con il belvedere il laghetto delle danze a forma di violino, la prua della nave Puglia regalata dall'ammiraglio Thaon di Ravel della marina militare, in ricordo del suo capitano Tommaso Gulli, morto nelle acque di Spalato nel 1920, letteralmente incastonata nel terreno. Smontata e portata al Vittoriale dal cantiere di La Spezia su venti vagoni ferroviari più numerosi camion militare, e fu rimontata con la prua rivolta verso l'Adriatico dall'ingegnere Giuseppe Fortunato Silla tenente del Genio Navale, le cui ceneri riposano nel sottoscafo della nave, e dal 2002 è stato allestito il Museo di Bordo con alcuni modelli d'epoca di navi da guerra della collezione di Amedeo di Savoia, duca d'Aosta
Il pontile della nave |
Urna dell'ing. Silla |
Il museo di bordo |
La prua della nave Puglia |
La polena della Vittoria |
Il laghetto delle danze |
Nei pressi del Mausoleo si trova un edificio che ospita il "Mas 96" con il quale D'Annunzio con Luigi Rizzo e Costanzo Ciano partecipò alla "Beffa di Buccari" nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918.
Lasciando il ricovero del Mas si sale al Mausoleo, luogo di sepoltura del poeta circondato sai suoi fedeli compagni di guerra, tra i quali lo stesso architetto Maroni, definito dopo la morte del Comandante costruito sul modello dei sepolcri romani, con al centro più in alto la tomba di Gabriele D'Annunzio portata dal Tempietto delle Memorie nel 1963, e dal 2013 accanto le sepolture, vi sono i cani in ferro e cemento dello scultore contemporaneo Velasco Vitali.
Proseguendo nella visita uscendo dalla "Priora" si visita "Schifamondo", una nuova costruzione da cui si accedeva dalla sala da pranzo detta "la stanza della Cheli" una delle stanze più luminose con tonalità rosse, azzurre, e color oro realizzata da Pietro Chiesa (la Cheli è inventata e costruita da te; ed è la sola stanza, nel Vittoriale, che non sia triste. Per ciò non puoi essere scontento della mia impazienza di abitarla. Sono spesso là.) D'Annunzio entra spesso nella nuova stanza terminata nel 1929 non per pranzare o cenare, ma solo per il piacere di assorbire un pò di allegria. (Tutti sanno e non sanno che io non mi siedo mai alla mensa della Cheli, e che osservo il digiuno più rigoroso. Ti prego di farmi perdonare dai nostri Ospiti. Più tardi salirò senza rinunziare alla mia regola ascetica.) A rinforzare la regola ascetica D'Annunzio fa porre sulla tavola da pranzo una tartaruga (khélys in greco) da cui il nome della stanza. Detta tartaruga era morta nei giardini del Vittoriale per indigestione di tuberose, Renato Brozzi ha modellato il corpo creando una scultura bronzea poggiata su un cuscino a monito dei commensali. Tornando a Schifamondo (Io ho il bisogno quasi tragico di uscire da questo vecchio Vittoriale e di abitare in una nuova casa. Non si tratta soltanto di rinnovazione ma di salvazione. Pensaci e aiutami.) Maroni a sentire questi versi progetta subito nuovi ambienti più moderni per quel tempo, "la stanza dell'Aurora o Sala dei Calchi" che doveva essere la stanza da letto del poeta ma che non fu mai abitata dallo stesso, nella stanza si trovano i due "Prigioni" di Michelangelo, copia dell'Aurora delle Tombe Medicee di Firenze. Oggi la stanza è adibita a museo "D'Annunzio Eroe" dedicato ai cimeli di guerra, la sala delle Pergamene, la stanza del Cammino e una sala a struttura poligonale, oggi Auditorium dove al centro del soffitto si trova ancorato lo S.V.A. biposto, unico al mondo con il quale il Comandante il 9 agosto 1918 raggiunse il cielo di Vienna per il lancio di 40.000 volantini.
Nello spazio sotto il teatro "Il Museo D'Annunzio Segreto" inaugurato nel 2010 raccoglie tutto quanto fino a ora era rimasto negli armadi della Priora, vestiti, scarpe e stivali, la biancheria, le vesti fatte fare dal poeta per le sue donne, gli oggetti da scrivania, il vasellame da tavola i gioielli ecc. ecc. Un piccolo spazio contiene abiti e lettere di Eleonora Duse, la grande attrice tanto amata dal Vate, nel suo studio "Officina" vi è un calco di gesso del volto di Eleonora ribattezzata la "testimone velata" perchè spesso D'Annunzio per non essere distratto dalla sua bellezza la copriva con un foulard.
Finisce qui la visita del Vittoriale degli Italiani con altre mille cose da vedere, non mi sono bastate otto ore per poter vedere e ammirare tutto quello che c'è, non escludo di tornare per completare la conoscenza dei luoghi e del poeta, narratore, drammaturgo, militare politico, giornalista, patriota e celebre figura della prima guerra mondiale, soprannominato "Vate" cioè poeta sacro, profeta cantore dell'Italia, nato a Pescara il 12 marzo 1863 e morto a Gardone, alle ore 20:05 del 1° marzo 1938 sul tavolo di lavoro della "Zambracca" per emorragia cerebrale, esattamente come aveva previsto qualche anno prima (La sensazione della corda nel cervello che è per spezzarsi, che può spezzarsi. Il senso della morte improvvisa.)
Collegandosi al link di seguito, si può visionare un album fotografico di tutta la giornata, ad eccezione della "Priora" le notizie didattiche e storiche sono state riprese la sito ufficiale del Vittoriale, e dal web.
https://goo.gl/photos/dUo6vDhVAP1RLu7B9
Il sottoscritto |
2 commenti:
Ottimo post Angelo complimenti.
Il solito, competente ed esaustivo reportage. Un bravo di cuore da Pino.
Posta un commento