Giancarlo e Katia Sposi

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mercoledì 22 gennaio 2020

Castello sul lago


Riflesso


Calendario di Malcesine

Il vento gelido e la neve non raffredderanno i cuori arroventati dall'amore
Comincia con questo post una pubblicazione di dodici opere realizzate da Roberta Scorza (Graphic-Designer) rielaborate da foto, per la ERRESSEOPTICAL di Malcesine, e commentate dal poeta Giuseppe Romano. Una pubblicazione al mese che ci farà compagnia per un intero anno.Spero vi piaccia.

martedì 21 gennaio 2020

mercoledì 15 gennaio 2020

domenica 5 gennaio 2020

I nasoni

 

I "Nasoni" sono le famosissime fontanelle di Roma, circa 2500 sparse su tutta la città per dare sollievo a alleviare la calura, dal centro alle periferie, con la loro forma classica e il cannello dove sgorga l'acqua, che ricorda appunto un nasone. La loro origine risale dopo l'ottocento, per volere del Sindaco Luigi Pianciani, ed erano di fattura diversa con il getto che sgorgava da tre teste di drago (ne sono rimaste solo tre, al Pantheon, in via delle tre cannelle e in via San Teodoro. Con il passare degli anni sono state modificate, fino alla odierna forma, rendendo Roma la città con più fontanelle pubbliche, con acqua freschissima di sorgente. Ricordo da bambino ai giardinetti tra una partita e un'altra, una ricca bevuta di acqua ti rimetteva in sesto, (altro che drink al pub o aperitivo rinforzato) per poi continuare le partitelle con amici. Ricordo anche le sere d'estate con il silenzio, dalla strada arrivava il rumore dell'acqua che si infrangeva nella grata, in un continuo suono tipico, che era una armonia rinfrescante al solo sentirla.

La fontanella vicino casa

Il gesto classico per poter bere

sabato 4 gennaio 2020

Antica preghiera siciliana

Binidici Siguri sta iunnata,
falla leggia comu 'na passiata,
guida li me pinsera mentri travaggiu,
pigghiami 'ntempu prima ca sbagliu.

Tenimi luntanu di la lagnusia 
dammi rispettu ppi ccu sia sia,
calma li me nervi e dammi paci.

Ricordami di pinsariti ogni tantu 
ccu la preghiera oppuri ccu lu cantu.

Meritu nun cercu e mancu vantu,
basta ca lu me jornu lu fa santu,
accussì sia.

venerdì 3 gennaio 2020

Lettera al figlio di Rudyard Kipling

Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;
Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.
Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c’è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”
Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

Rudyard Kipling (1865-1936)

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