Giancarlo e Katia Sposi

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sabato 15 agosto 2009

AUGURI

Scusate il ritardo anche se mancano solo due minuti ancora sono in tempo.

BUON FERRAGOSTO A TUTTI


A tutti i miei sostenitori un abbraccio e un bacione grosso grosso


CIAO

martedì 4 agosto 2009

Ficarra

Ficarra

Ficarra

Sono in prestito

Carissimi non ne potevo più, mi mancavate, vedo se posso utilizzare questa postazione di fortuna per poter pubblicare qualche foto, spero il risultato sia accettabile un abbraccio e un grosso bacio a tutti.

Angelo Battaglia

Polizzi Generosa

Le origini di Polizzi sono antiche e controverse ed hanno a lungo affascinato storici e studiosi. Per Diodoro Siculo è l'Atene siciliana, detta Polis per antonomasia; altri storici (Arezio, Auria, Pirri) fanno derivare il nome del paese dagli dei Palici. Secondo il Maurolico, Polizzi sarebbe stata fondata dai sopravvissuti di Palica dopo la sconfitta di Ducezio, che aveva guidato le genti sicule contro le colonie greche. Il ritrovamento a Polizzi di una statua triforme di Iside, distrutta purtroppo da un vescovo intollerante, ha fatto pensare che il nome significasse Città di Iside (Polis Isidis).

Comunque il recente (1992) ritrovamento in contrada S. Pietro di una necropoli databile al IV - III secolo A.C., e prima ancora, in via Carlo V (1938), di monete e oggetti di terracotta, attribuibili alla stessa epoca, documentano la presenza di insediamenti abitativi fin dall'epoca ellenistica, e contatti con il mondo cartaginese. Vedi il Museo Archeologico.

In epoca bizantina l'attuale paese si sviluppò e ricevette il nome di Baseapolis (Città del Re); subì la dominazione araba (il geografo arabo Edrusi la definì "soggiorno bellissimo"). In epoca normanna il conte Ruggero fece fortificare la Rocca ed il Castello; la nipote, contessa Adelasia, Signora di Polizzi, diede grande impulso al paese, che si estese notevolmente, ospitando in pacifica convivenza diverse etnie (bizantini o greci, arabi, latini, ebrei). Federico II le concesse nel 1234 il titolo di Generosa, che da allora è rimasto come parte integrante del nome.

Polizzi, salvo brevi periodi, fu sempre città demaniale e difese sempre gelosamente, anche a prezzo di gravi sacrifici, la propria indipendenza. Il paese aveva un proprio governo e proprie leggi, ancora oggi degne di ammirazione per la loro equità. I più importanti privilegi legati all'essere Città Demaniale furono l'impianto della corte di prima appellazione, l'esenzione dai donativi regi, la franchigia per i suoi abitanti del diritto di gabella della dogana per tutto il Regno di Sicilia, e la facoltà che le cariche pubbliche elette per scrutinio appartenessero ad abitanti della Città, che aveva propri rappresentanti nel Parlamento Siciliano.

Polizzi fu spesso luogo di soggiorno di Principi e Sovrani; la contessa Adelasia, nipote di Ruggero, la regina Elisabetta d'Aragona, il figlio Ludovico, re di Trinacria, la regina Maria, moglie di Martino il Giovane, la regina Bianca di Navarra, vicaria del Regno di Sicilia, e l'imperatore Carlo V, che nel 1535, di ritorno da Tunisi, fu ospite di Gian Bartolo La Farina, istituendo in quella occasione il Senato cittadino.

Il periodo di maggiore splendore fu quello rinascimentale, spiegabile col fatto che fosse il nodo principale di un sistema viario notevolissimo per l'epoca, le due trazzere regie, la "Messina Montagne" e la "Montagna-Marine", i più importanti collegamenti tra Palermo, Messina e la zona di Licata. Lungo i due rami del fiume Imera, dominati da Polizzi, (Imera settentrionale o Fiume Grande, che sbocca presso Imera, e Imera meridionale o Xireni che invece sbocca presso Licata), costeggiati da grandi vallate, coltivate a cereali e frumento, correva la "via del grano", che veniva convogliato per esportarlo ai grandi caricatori di Termini e Roccella da un lato, e Licata dall'altro. Enormi erano gli interessi economici lungo questa strada, e quindi fissare la propria dimora a Polizzi, accaparrarsi i feudi lungo i corsi di questi fiumi e controllarne i commerci e i dazi, significava dominare la via del grano tra la costa settentrionale e meridionale della Sicilia. Non deve meravigliare quindi se nel '400-'500 vi abitarono famiglie di origine pisana, genovese, catalana, araba, francese.....

La presenza di molte famiglie nobili e la legge del maggiorasco, con la conseguente monacazione dei figli cadetti, fecero sì che a Polizzi fossero presenti tutti gli ordini religiosi e che il paese si arricchisse di chiese e conventi pieni di opere d'arte. Anche la vita culturale era particolarmente fervida, la prima scuola pubblica fu aperta nel 1428, il primo acquedotto per l'erogazione gratuita dell'acqua a tutti gli abitanti fu costruito nel 1476..... Nel 1572 i gesuiti inaugurarono una scuola di "prime lettere", estesa poi ai corsi di studio superiori.

La decadenza di Polizzi cominciò con la peste, che colpì il paese alla fine del XVI secolo e dimezzò gli abitanti. In seguito la vita sociale fu caratterizzata da forti contrasti tra i nobili, che detenevano il potere, e gli esponenti della nuova classe borghese "i civili", ai quali era stato riconosciuto il diritto di concorrere alle cariche pubbliche.

Polizzi è stata all'avanguardia per quanto riguarda molte opere di importanza sociale: aveva fin dal medioevo numerosi ospedali e fontane. Fu anche il primo paese ad avere la luce elettrica nel 1901, quando anche le città avevano ancora i lampioni a gas.

Reportage Sicilia

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Reportage Sicilia

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