Perderti,
ancora prima
d'incontrarti,
ha sconvolto
l'intimo profondo
nel paludoso inferno
del mio io,
alla ricerca,
sempre,
di turbinii
violenti.
Con l'andare
del tempo,
che non lenisce
le ferite,
anzi,
becero,
affonda lame,
acuendo il rimpianto
per la difformità
che schizza
il mio viso.
Sciolti gli ormeggi,
silente
scivoli
all'orizzonte,
cedendomi
all'incerto
domani.
Giuseppe Romano
25/10/2010
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